UONTED – CLEI – CLEC – CLEGA

L’economia del futuro (che non ha un futuro)

Archivio per Professori

Una comunicazione importante

Cari UONTED, ormai prossimi all’estinzione, scrivo uno dei miei ultimi post per avvisarvi di una importante questione relativa al nostro corso di laurea.

<— ma ve lo ricordate questo fotomontaggio dell’anno scorso?? bellissimo….. :-)

Il consiglio, formato dai professori, dalla Francesca Ruffilli ed umilmente dal sottoscritto, in qualità di rappresentante informale pseudo eletto dagli studenti, si sta sbattendo per favorire l’ingresso più indolore degli studenti CLEI alle lauree magistrali di Economia.

Lo studente CLEI paga la sua preparazione informatica con lacune in altri campi, tipicamentenella materie di area aziendale. Si stanno proponendo alla commissione didattica della Facoltà dei prototipi di piani degli studi personalizzati mediante i quali spostare un esame da 8 crediti dal 1° al 2° anno (di laurea magistrale) e spostare gli 8 crediti degli opzionali del 2° anno verso il primo, suggerendo già quali esami fare per colmare le lacune preesistenti.

Verranno presentati dunque i vari percorsi suggeriti per ciascuna laurea magistrale di Economia. Questo lavoro di preparazione dei piani di studio personalizzati ha tuttavia senso se e solo se vi saranno studenti che pensano di rimanere al clei e di laurearsi qui, oppure se chi si laureerà al clei sceglierà di continuare il proprio percorso nella facoltà di economia di Forlì.

Purtroppo non ho potuto assistere alla presentazione delle nuove lauree, ho solo i riscontri di alcuni dei miei colleghi. Si tratta di percorsi di studio che sono stati tutti ripensati a seguito della riforma universitaria, alcuni partendo da basi solide (tipo economia e commercio, dove diventi commercialista) altri totalmente nuovi, come Imprenditorialità ed Innovazione, che dovrebbe essere la naturale evoluzione dello studente CLEI.

Cosa scegliere? Molti dubbi che ho ascoltato sono del tipo “Dato che l’ho presa in culo già una volta scegliendo un corso innovativo, non voglio ripetere lo stesso errore!”.

Mi dicono anche che la presentazione dei corsi di laurea magistrale non sia stata prodiga di consigli, non abbia dato una visione introduttiva al futuro lavorativo che attende il neo laureato. Molti sono dubbiosi su questa Innovazione.

Il problema di scegliere un corso piuttosto che un altro può partire anche da una considerazione tipo questa: <chi ci sarà ad insegnare nel mio futuro corso di laurea magistrale?>. Una persona valida e preparata?

Quali sono le prospettive di studio, quali saranno i temi affrontati in una laurea piuttosto che in un’altra, quali i possibili sbocchi lavorativi? Quali sono le potenzialità ed i vantaggi di uno studente clei rispetto ad un clec, o un clega, quale sarà la concorrenza con cui confrontarsi una volta bis-laureati?

meeting

Ho chiesto al Prof. Emanuele Padovani, presidente del nostro corso di laurea, la disponibilità ad un incontro informale per presentare la sua visione e le sue opinioni sulle nuove lauree e per (eventualmente) dissipare i dubbi relativi al nuovo Imprenditorialità ed Innovazione.

Un momento per incontrarsi e confrontarsi direttamente con gli studenti per capire quali siano gli obiettivi e le idee di chi a breve vorrà scegliere un percorso piuttosto che un altro, per avere una opinione tecnica e preparata da chi lavora all’interno di queste dinamiche, spesso non completamente trasparenti per chi le vive solo marginalmente come uno studente.

Un momento anche per fare il punto della situazione, vedere quali esami si è lasciati indietro e se si ha la possibilità di laurearsi al clei oppure se è il caso di cambiare corso. Capire, nel caso in cui si sia già scelto impulsivamente di cambiare, se sia invece più opportuno rimanere.

Per organizzare questo incontro ho predisposto un sondaggio altamente tecnologico qui: http://www.doodle.ch/snx63ct9tin5s9gu

Clicca e segna tutte le date in cui pensi di poter essere presente. E’ ovvio che se il prof. Padovani molto gentilmente si rende disponibile per questo incontro, il minimo è che vi sia una sentita partecipazione da parte degli studenti, sia fisica che verbale.

Un commento su “1984”, di Lucio Picci

“Siamo dei signori: abbiamo inventato delle ottime utopie noi come umanità e precisamente gli occidentali nella nostra storia di civiltà e conquiste e religione. Città piene di sole e isole inesistenti dove l’uomo senza i problemi contingenti raggiunge la felicità che né la civiltà né le conquiste e poche volte la religione offrono.

Poi nella nostra propensione alla critica e all’autocritica per poterci meglio orientare abbiamo inventato i luoghi che non ci sono e che non ci dovrebbero essere e noi questi luoghi li abbiamo chiamati antiutopie perché sono il contrario delle utopie.

I nostri studiosi da vigili urbani della realtà intelliggibile ci orientano tra questi due poli opposti e tra altri ancora che il loro pensare individua e definisce e quest’anno si parla – loro e a anche noi – del “1984” che è uno di questi poli.

1984

Tutti han capito subito che “1984” è un esempio da fuggire perché sembra addirittura che chi l’ha scritta così volesse e avesse una specie di scopo didattico verso l’uomo, come per dire, stai attento a ciò che fai. Allora succede sempre che se fai bene ti senti gratificato ed è per questo che noi ne parliamo per esserne consolati perché gli studiosi nel loro pensare e ripensare sanno che noi se parliamo di queste cose allora siamo liberi e nella società della cocacola ovvero noi occidentali questa è la prova ontologica della libertà.

Noi della civiltà occidentale abbiamo sempre cercato la felicità e la libertà e l’umanità anche i Greci lo facevano con Ulisse e altri ancora e la libertà di tutti è come un hobby per noi quando non siamo in guerra e non ci sono leggi che lo vietino. Così è giusto che quest’anno gli studiosi ci dicano cosa dobbiamo fare per non andare nel 1984 perché si capisce che se riusciranno ad evitare quello poi approdiamo nell’isola che non c’è a forza di piccoli miglioramenti un po’ alla volta.

Perché noi abbiamo chiara l’idea che la nostra società deve dare il massimo di felicità al massimo della gente e andiamo a votare per questo che è la democrazia. Abbiamo il diritto di essere veri uomini non come in “1984” dove tutti vanno in delle specie di chiese a perdere il proprio io e ad ascoltare il Grane Fratello come se fosse un Dio o un prete e sono vittime della propaganda.

Agli occhi dei nostri studiosi non sfugge che anche noi a volte alcuni vanno in chiesa a perdere il proprio io e abbiamo la pubblicità se non la propaganda e altrove anche quella assieme al grande fratello che non a caso aveva i baffi ed è proprio per tutto questo che possiamo fare dei “distinguo” e dei “confermo” e tutto l’argomento diventa terribilmente problematico e fertile per ulteriori sviluppi.

Io credo che loro abbiano visto che in “1984” solo uno non sta’ bene e nel mondo nuovo anche le belle donne hanno il che non è male affatto come risultato soprattutto essendo un’antiutopia insomma è proprio un bel po’ di felicità per un bel mucchio di gente roba da far contenti tutti o questi e quasi non capisci perché Orwell proprio sull’unico ribelle si sia fermato a ragionare invece che sulle tante famigliole che ci dovevano essere in giro e poi penso che è meglio così cioè credere nelle antiutopie e non nelle utopie che non esistono e soprattutto non mischiare le cose e quasi ringrazio gli studiosi che mi han fatto capire “1984” per bene e così anch’io vedo che il suo ribelle è l’uomo umano con la U maiuscola cioè ognuno di noi e io già mi ci vedo a combattere col Big Brother che però non esiste perché è un’utopia, una cosa fantastica e gli tiro lattine di cocacola Santa Madre di società nostra e anche pepsi perché noi possiamo scegliere e gli ricordo che anche noi siamo Uomini con la U maiuscola come nei film e che tutti insieme siamo l’opinione pubblica invincibile potente e libera di farsi un altro shampoo. Augh!”

Il testo è stato prelevato dalla home di Lucio Picci..